Apostolo Andrea


Parabola sul Profeta

Gesù disse: “Lui è arrivato, ma non tutti Lo hanno riconosciuto…
Lui ha parlato, ma non tutti Lo hanno sentito… 
Lui ha insegnato, ma non tutti hanno seguito il Suo Insegnamento…”
Ricordi dell’Apostolo Andrea

         Arrivò sulla Terra l’Uomo, mandato dal Padre-Dio.
         E vedeva l’Uomo che la gente era piena di peccato, che i vizi aumentavano nelle anime, che le usanze buone erano state dimenticate…
         E l’Uomo vedeva che l’Insegnamento delle Leggi Divine era stato dimenticato, che era stata persa la conoscenza della sostanza delle Scritture, create dal Dio.
         Come con un bel vestito si può coprire il fango e la bruttezza del corpo, così anche con le parole delle Scritture, pronunciate, ma non eseguite, si può provare a coprire i vizi delle anime…
         Tutti parlavano della Legge, tutti insegnavano la Legge… Ma loro pronunciavano soltanto le parole… Ma non eseguivano nemmeno quello che dicevano…
         Non vedevano la Luce e non sapevano che vivevano nel buio…
         Non sapeva l’Uomo come cambiare quello che vedeva… perché sapeva che se avesse cominciato a parlare allora si sarebbero perdute le Sue parole fra le tante altre false di quelli, che parla-vano della Legge, ma non La conoscevano e non La eseguivano…
         E allora l’Uomo tolse i bei vestiti e si allontanò nel deserto… E viveva Lui nel deserto… E ascoltava il Dio e Dio parlava con Lui.
         E cominciavano a correre le voci sulla terra di un Profeta, che viveva nel deserto e ascoltava il Dio senza mai parlare.
         E cominciò ad arrivare la gente per vedere quell’Uomo. E si meravigliava la gente…
         E cominciò a fargli le domande. E aspettò a chi Lui rispondesse.
         E veniva uno e domandava:
         “Come sarà il raccolto di quest’anno?”
         E veniva un altro che domandava:
         “Quando si sposa mio figlio?”
         E ancora arrivavano e domandavano:
          “Quando partorisce la mia nuora?”, “Come fare ad aumentare le mie ricchezze e cosa fare per non perderle?”, “Come fare innamorare di me una fanciulla e come sposarla?”…
         E rimaneva in silenzio il Profeta. E le parole che Lui voleva dire alla gente, bruciavano la Sua bocca. E l’Amore Divino riempì il Suo cuore. È rimase Lui in silenzio per dieci anni…
         E ancora più di prima scorrevano le voci e ancora più gente veniva a vederlo, incuriositi dal fatto che tutti gli altri profeti parlavano, invece questo non diceva niente!
         E di nuovo rimaneva in silenzio il Profeta. E le parole che Lui voleva dire alla gente bruciavano la Sua bocca. E l’Amore Divino riempì il Suo cuore. E rimase Lui in silenzio ancora per dieci anni…
         E il Suo silenzio attirava più forte dei discorsi degli altri…
         E un giorno arrivò un giovane che non avrebbe avuto nessun vantaggio dalla risposta sulla domanda, che voleva fare. E chiese il giovane: “Che parola Tu nascondi dietro il tuo silenzio?”
         E allora disse il Profeta: “Purificati!”
         E cominciò ad arrivare la gente per purificarsi dai peccati.
         E diceva uno: “Sono stato arrabbiato ieri, purificami!”
         E diceva l’altro: “Io ho detto una bugia, commerciando, purificami!”
         E diceva il terzo: “Sono stato pieno dell’orgoglio e di vanità, purificami!”
         Il Profeta di nuovo rimaneva in silenzio. E venivano gli stessi di nuovo, di nuovo si pentivano degli stessi peccati e andavano via, continuando a peccare…
         Il Profeta rimaneva in silenzio…
          “Perché non vuoi purificare noi?” – chiese la gente.
         Il Profeta rispose: “Non è possibile la purificazione, finché il pentimento non toglie il vizio dell’anima: per fare diventare impossibile da questo momento lo stesso peccato!”
         E di nuovo il Profeta rimaneva in silenzio…
         Soltanto scorreva il Fiume della Viva Luce, nel Quale si vedevano tutti i pensieri e le azioni. Il Profeta era nel Fiume della Viva Luce e aspettava quando venissero da lui per purificarsi… Il Fiume scorreva e il tempo passava…
         E la gente stava ascoltando il Suo silenzio, il silenzio dell’Anima…E c’erano quelli che Lo capivano. E loro venivano per essere purificati.
         Li bruciava il fuoco della vergogna per tutti i loro peccati, non avevano il coraggio di alzare gli occhi e si vergognavano di parlare. Li bruciava il fuoco della vergogna e i vizi dell’anima si bruciavano dentro, grazie al loro pentimento.
         E soltanto allora con il Fiume della Luce quelle anime si purificavano e si lavavano.
         Il Profeta con l’acqua pulita purificava tutti i venuti. E non c’era nemmeno l’ombra della condanna nel Suo sguardo tenero.
         Il Fiume della Luce Santa scorreva e nelle sue Acque entravano e si purificavano dai vizi tante persone, per non peccare più!
         E diceva il Profeta: “In un momento non è possibile liberarsi da tutti i vizi dell’anima. Rimanete e imparate a purificarvi! Tutte le qualità negative dell’anima dovete togliere e scambiare con l’amore! Con il flusso dell’amore, che si regala a tutti, dovete cancellare tutti i lati cattivi dell’anima! E dovete coltivare in voi stessi la Luce dell’Amore!”
         E diceva il Profeta: "Io vi battezzo con le Acque del Flusso per farvi ricevere il Battesimo con il Fuoco del Padre! Quelli che Mi seguono porteranno il Fuoco dell'Amore Divino sulla Terra! Conoscere il Fuoco Divino sarà concesso solo a quelli che prima di tutto avranno la Purificazione dell'Anima!"
         Così insegnava il Profeta, che fu chiamato Giovanni.


    Apostolo Andrea


 Parabola sul Fuoco Che Non Scotta

 Gesù disse: “Esiste il Fuoco Che Non Scotta! Questa è la Forza del Padre Mio!”
Ricordi dell’Apostolo Andrea

         C’era un uomo. E lui era buono. Lui voleva aiutare la gente che viveva nelle disgrazie, nella povertà e nelle malattie… Lui cercava i metodi per rendere possibile il suo aiuto alla gente per cambiare la loro triste e difficile vita… E non trovava il metodo…
         Sapeva quel buon uomo che esisteva il Fuoco Che Non Scotta. Somigliava questo Fuoco alla fiamma del fuoco acceso e nello stesso momento non lo era: perché c’era in Lui la Forza Suprema.
         Bruciava quel Fuoco più forte della luce solare e non scottava. E tutto quello che desideravi, con questa Grande Forza poteva essere realizzato…
         … E sentì quell’uomo che era arrivato sulla Terra il Maestro, mandato dal Dio-Padre e nel Quale bruciava il Fuoco Celeste che Non Scotta.
         E tutto quello che diceva quel Maestro, così accadeva. Toccava il cieco e diceva: “Guarda!” – e il cieco guariva… Toccava il paralizzato e diceva: “Alzati e cammina!” – e si alzava il paralizzato e camminava… Aveva in possesso la Grande Forza: risuscitare i morti, guarire gli ammalati. Sapeva questo Maestro i misteri della vita e della morte. E predicava Lui da parte del Dio-Padre la Conoscenza di come doveva vivere la gente sulla Terra.
         E decise il buon uomo di trovare quel Maestro e chiedere a Lui di come si può ottenere la Forza del Fuoco Che Non Scotta per aiutare i poveri, i deboli e i malati.
         Per tanto tempo lui camminò e lo Scopo suo lo guidava. E trovò quel Maestro.
         E il buon uomo vide come camminava il Maestro e come il Fuoco Che Non Scotta camminava in Lui! Lo guardò meglio, sbatte le palpebre, sembrava che non ci fosse nessun fuoco… Guardò di nuovo e di nuovo vide il Fuoco Splendente…
         Il vestito del Maestro era semplice. E le parole che Lui diceva erano così semplici che non sembrava nemmeno che fosse un Messia!
         Soltanto la Luce dell’Amore splendeva negli occhi del Maestro. E parlava Lui a voce bassa e ogni parola rimaneva nel cuore e per sempre rimaneva ricordata dall’anima.
         E continuava il buon uomo, insieme alla folla umana, a seguire il Maestro. E ascoltava i Suoi discorsi. E vedeva come guariva Lui e diceva al guarito: “Vai e non peccare mai più!”
         E un giorno decise il buon uomo di chiedere al Maestro di dare anche a lui il Fuoco Che Non Scotta per guarire gli zoppi, per rendere la vista ai ciechi, per risuscitare i morti, per togliere le sofferenze umane!…
         E rispose il Maestro: “Ecco il Fuoco! Prendilo!” Ma il buon uomo non poteva prenderlo, perché non sapeva come. E allora lui rimase con il Maestro e Lo seguiva insieme con gli altri pochi allievi. E imparava. E non lo fece per un giorno, e nemmeno per un mese, ma per anni.
         E passava il tempo…E cominciò a vedere il buon uomo il Mare di Fuoco Splendente. Ma non poteva prenderlo…
         E disse il Maestro: “Soltanto chi diventa da solo il Fuoco può portarlo agli altri! Soltanto il cuore umano è capace di contenere il Mare del Fuoco Che Non Scotta! Soltanto l’Uomo Trasformato può diventare la fonte del Fuoco Celeste sulla Terra!
         Ma questo Fuoco bruciava non per guarire i corpi e non per fare tornare le anime nella carne… Le guarigioni miracolose erano soltanto i Segni della Forza del Padre Celeste per fare dimostrare alla gente di chi è il Fuoco che brucia, di chi è la Volontà che crea tutto!
         I corpi non sono eterni! Loro somigliano ai vestiti che l’anima si mette andando sulla Terra. E toglie i vestiti l’anima, tornando alla vita senza corpo… E di nuovo riceve i nuovi vestiti e arriva sulla Terra e dopo di nuovo e di nuovo… E così continua fin che un giorno togliendo i vestiti l’anima non rimane così pulita e bella, che sarà degna di entrare nella Dimora del Padre Celeste: perché diventa la Luce dell’Amore, identica alla Luce del Padre!
         Il Fuoco Che Non Scotta arriva sulla Terra per fare vedere alla gente la Luce e fare venire la voglia di trasformarsi! Il Fuoco brucia per fare sapere alla gente come procede questa trasformazione: l’amore del cuore diventa la Luce, la Quale è la Parte Principale della Strada percorsa verso il Padre!”
         E capì il buon uomo che non sono i corpi da curare, ma le anime! E bisogna fare tornare la vista a quelli ciechi che non vedono la Luce del Padre! E quelli, che sono paralizzati dai vizi e dalle debolezze, farli alzare e metterli sulla Strada, che trasforma le anime e porta verso il Dio-Padre!
         Per tanto tempo coltivava l’Amore, la Saggezza e la Forza il buon uomo per fare diventare il suo cuore spirituale capace di portare con sé il Fuoco Che Non Scotta!…
         … E arrivò il giorno e si riempì il cuore del buon uomo con il Fuoco Celeste Che Non Scotta! Perché l’unico recipiente nel quale può bruciare il Fuoco Celeste sulla Terra è il cuore trasformato nel cuore che ama!
         … E camminava adesso sulla Terra il buon Uomo e il Fuoco Che Non Scotta camminava in Lui. E Lui cercava i cuori che erano pronti ad accogliere quel Fuoco…
         E correvano le voci che c’era un Maestro, mandato dal Dio-Padre sulla Terra, e questo Maestro conosceva i misteri della vita e della morte e predicava da Parte del Dio-Padre la Conoscenza di come la gente dovesse vivere sulla Terra…


    Apostolo Andrea


Parabola sulla Voce del Cuore

 Gesù disse: “Non guardare con disprezzo quest’uomo:
cominciare a trasformare il male in bene in se stesso è davvero un grande atto eroico!”
Ricordi dell’Apostolo Andrea

         Viveva un uomo. Non era né povero, né ricco. Non era diverso dagli altri, che vivevano intorno a lui. Non era giovane, ma non era nemmeno vecchio… E non aveva la forza dell’anima… Nonostante avesse i semi della bontà nella sua anima, ma loro non davano i germogli…
         Quest’uomo viveva come tanti altri… Era guidato dai suoi capricci e vizi…
         Era schiavo delle sue paure e debolezze…
         E non era contento: la vita scorreva… i giorni passavano… e non aveva né gioie, né successi…
         Ogni sera quest’uomo pensava: “Domani io faccio diversamente, non sarò più debole davanti alle mie debolezze e davanti ai miei vizi!”
         Ma arrivava il “domani…” e di nuovo i suoi vizi e capricci dirigevano la sua vita, le sue paure e debolezze s’impadronivano di lui…
         Una volta l’uomo ha pensato: “Perché non posso vivere come voglio io? Perché non faccio quello che dovrei fare? Perché sono schiavo dei miei vizi e delle mie paure?”
         Si mise a pensare e non trovava i motivi per non vivere così, come secondo lui era giusto, e per non fare le cose belle, come lui avrebbe voluto.
         Allora decise di domandare a Dio: “Padre mio e Creatore! Perché io non posso vivere così come vorrei e fare quello che secondo me è più giusto? Perché sono diventato lo schiavo dei miei vizi e capricci, delle mie paure e debolezze? Qual è il motivo?”
          Dio gli rispose: “Non esiste nessun motivo! Sei libero di fare come vuoi tu!”
         Allora l’uomo disse: “Dammi per favore un consiglio: come e cosa devo fare per vincere le mie debolezze e fare sì che i miei vizi non guidino la mia vita?”
          Dio rispose: “Ogni volta prima di fare o dire qualche cosa tu devi ascoltare la voce del tuo cuore spirituale e fare quello che ti dice! Soltanto così tu vincerai le tue paure e debolezze e ti libererai dai tuoi vizi e capricci!”
         L’uomo decise di ascoltare il consiglio del Dio.
         La mattina dopo, lui si alzò con la ferma decisione di chiedere il consiglio al cuore spirituale tutte le volte prima di cominciare qualunque azione o prima di pronunciare qualunque parola…
         Ogni mattina il vecchio padre di quest’uomo gli diceva parole non belle, lo brontolava e lo insultava. Il padre diceva che suo figlio non era buono a nulla, e che tutte le generazioni dei figli umani vivevano nel modo sbagliato, e ripeteva tutte le sue disgrazie e offese ricevute, dando tutta la colpa a suo figlio, anche se non era così…
         E come ogni giorno il padre cominciò a brontolare, offendere e incolpare il proprio figlio.
         L’uomo stava per scoppiare dalla rabbia per le parole ricevute ingiustamente… Era già pronto, come sempre, a rispondere al padre con lo stesso tono, ma in questo momento si ricordò del consiglio Divino.
         E il cuore gli ha detto in tempo: “Trattieni la parola offensiva, perché tuo padre ti vuole bene, è delle tue disgrazie che lui si preoccupa. Anche tu gli vuoi bene! Trattieni la parola rabbiosa e chiedi il suo perdono!…”
         E come risposta alle parole del padre l’uomo si inchinò e disse: “Perdonami!” E andò via la rabbia. L’uomo abbracciò il padre e se né andò per le sue faccende.
         E il padre era meravigliato … e da questo momento smise di essere arrabbiato.
         … Era la sera e lo stesso uomo stava tornando a casa dopo il lavoro pesante. Comprò tante cose buone da mangiare e aveva tutti i pensieri rivolti verso il lauto pasto, che lo stava aspettando… Perché lui era una buona forchetta…
         Per la strada si fermò a casa di una giovane vedova, che viveva insieme con due bambini. La donna era in debito con lui, ma non poteva restituirlo, perché non riusciva mettere i soldi da parte…
         Da tanto tempo l’uomo voleva dirle, che aveva perdonato il suo debito. E decise di farlo quel giorno. E quando entrò nella casa della povera vedova e le disse che aveva perdonato il suo debito, la vedova s’inchinò davanti lui e lo ringraziò. E quando l’uomo stava per andarsene il suo cuore gli disse: “Lascia ai bambini tutto il cibo che tu hai comprato per te! Per loro sarà una gran gioia!…”
         L’uomo a fatica riuscì a fare quello che gli aveva detto il cuore, ma quando diede il suo mangiare ai bambini, per la gioia cominciarono a ballare, anche lui si riempì di gioia.
         Tornava a casa a passo leggero, non sentiva la terra sotto i piedi, da com’era felice! E il cuore suo cantava dentro di lui!
         Non tutti giorni riusciva l’uomo a sentire la voce del cuore e non sempre faceva quello che lui gli diceva. Ma ogni giorno, sempre di più, lui cercava di vivere così, come gli ordinava il cuore e sempre meno, lui ascoltava i suoi vizi e capricci, e sempre meno, le sue paure e debolezze avevano la padronanza su di lui. Stavano germogliando i semi dell’amore cordiale nella sua anima!
         … Una volta, mentre camminava, vide che tante persone cattive e forti picchiavano un giovane buono. La gente che passava davanti, aumentava il passo, girava la testa dall’altra parte e si allontanava perché non voleva intromettersi.
         Anche il nostro uomo non era per niente coraggioso e voleva anche lui passare davanti… Ma il cuore gli disse: “Se tu non lo aiuti, lo ammazzano! Tu, invece, lo puoi salvare!”
         L’uomo aveva tanta paura e non riusciva a vincerla… Non aveva il coraggio né di andare via, né di salvarlo…
         Il cuore continuava a ripetere: “Presto, salvalo!”
         Allora l’uomo cominciò a chiamare il Dio, perché non riusciva a vincere la paura, e non a voce bassa, ma con tutta la sua forza gridò: “Dio! Vieni da noi! Dio! Vieni da noi!”
         La gente, che stava passando davanti, si fermò. E anche quella che era in lontananza si avvicinò. Tanta gente da tutte le parti corse in questo posto per vedere: che cosa è successo e dov’è il Dio?
         Dopo un po’ la folla era così tanta che i cattivi s’impaurirono, lasciarono il giovane e scapparono.
         Il giovane si alzò da terra e ringraziò il nostro uomo con queste parole: “Come sei coraggioso! Tu mi hai salvato!”
         L’uomo continuava ad andare verso casa e il suo cuore, come il sole, splendeva nella sua anima e ripeteva: “L’amore è più forte di tutte le paure!”
         … Il tempo passava e la vita dell’uomo diventava sempre più facile e felice.
         Era un giorno festivo e il nostro uomo stava facendo una passeggiata. Mentre camminava, incontrò la vedova, alla quale aveva perdonato il debito… Lei sorrideva teneramente e s’inchinava davanti a lui.
         L’uomo rimase affascinato dalla sua bellezza… Lui non era indifferente verso le donne e considerava questo come un peccato. Allora si rigirò dall’altra parte per non vederla e in questo momento si ricordò di chiedere il consiglio al cuore.
         Il cuore gli disse: “Guarda meglio, con tanta attenzione dell’anima, ami questa donna?”
         Lui la guardò e in questo momento sentì un grande amore dentro!
         E rispose al cuore: “Non c’è nessuno meglio di lei! Tutto le darei!…”
         “Allora perché sei così preoccupato? Non è un vizio, perché quello che desideri non è per te, ma lo vuoi regalare a un altro! E questo significa che l’amore si è svegliato in te! Allora vai e dille che l’ami!”
         Così fece l’uomo. Si avvicinò e le disse: “Ti amo! Mi vuoi sposare?”
         Tutti i vicini e conoscenti cominciarono a dire: “Che stupido uomo! Appena i suoi affari hanno cominciato a migliorare, avrebbe potuto trovare una sposa ricca, invece, lui prende la vedova con i bambini piccoli! Lei anche senza il matrimonio non lo avrebbe rifiutato…”
         L’uomo, nel fra tempo, stava ascoltando la canzone del cuore: “La felicità regali – la felicità ricevi! La felicità non si può comprare con i soldi!”
         E si accendeva sempre più forte il cuore dell’uomo e sempre di più bruciava il suo amore! E lo stava trasformando: nelle sue parole e azioni!”
         Presto si sposò con questa donna. Il loro amore cordiale illuminava tutta la loro vita e scaldava la loro casa! Insieme facevano crescere i bambini e rispettavano i genitori.
         E l’uomo ringraziava il Dio: “Padre mio e Creatore! Il tuo consiglio mi ha cambiato la vita, mi ha regalato la felicità! Io ho vinto i miei vizi e capricci e sono diventato il padrone delle mie debolezze e paure.”
         E il Dio gli rispondeva: “Chi ha imparato ad ascoltare la voce del cuore spirituale può fare molto di più! Perché la voce del cuore è la voce dell’Amore! E tutto ciò che si crea e si fa con amore ha l’inizio in Me! Perché Io sono Amore!” 


    Huan


 Parabola sul Fiore d’Oro,
sul Fiume dell’Amore
e sul Giardiniere Immortale

         Esistono tante leggende del mistero Del Fiore del Cuore. Qualche leggenda lo chiama il Fiore della Vita, le altre parlano di lui come del Fiore d’Oro e ci sono quelli che sono convinti che questo è il Fiore dell’Immortalità. Tutti questi nomi non sono casuali: loro ci trasmettono il beato profumo di questo Fiore e fanno aprire le tende sui misteri che lo circondano…
         … Viveva una volta in una piccola valle, nascosta fra le montagne un uomo. Viveva in modo semplice. Tanti lo chiamavano santo, altri lo chiamavano monaco, qualcuno lo chiamava Sapiente.
         Ma lui personalmente niente diceva, né pensava di ciò.
         A volte definiva se stesso un giardiniere, nonostante che non avesse nessun giardino. Ma coltivava soltanto un unico fiore – il Fiore d’Oro del Cuore Spirituale, che regala l’Immortalità.
         La sua vita era facile e piena di luce. Lui viveva ed era felice di contemplare tutto ciò che lo circondava. Lui era l’amico delle montagne, nelle quali viveva, era l’amico dei venti, che giravano sopra la sua piccola valle, anche delle erbe e dei fiori, che sbocciavano in primavera e che abbellivano la sua abitazione per tutta l’estate. Lui faceva amicizia con le stelle, che gli sorridevano di notte e con il sole, che splendeva di giorno. Lui era anche l’amico delle nuvole e della neve, che conservavano la sua pace nel tardo autunno e nel freddo inverno.
         A volte venivano a trovarlo gli animali e gli uccelli perché erano i suoi amici. O venivano le persone, che avevano bisogno dell’aiuto e della guarigione. E lui aiutava tutti, nessuno era mai stato rifiutato.
         Quell’uomo visse per molto tempo. Dopo, quando è cresciuto il suo Fiore ed è arrivato il momento, lui è andato da altri Immortali ed è diventato il Giardiniere, Che semina i semi e coltiva i germogli, dai quali crescano i nuovi Fiori d’Oro.
         Egli ha lasciato per la gente il ricordo del suo Fiore d’Oro, che regala l’Immortalità, e dell’Origine del Fiume dell’Amore, che scorre e nutre i giovani Fiori, che stanno crescendo.
         … Il mistero del Fiore d’Oro era attraente per la gente. Loro scalavano le montagne per trovare il Fiore dell’Immortalità. Lì loro trovavano diversi fiori, li strappavano senza pietà, facevano di loro tisane e pomate… Ma tutto questo non dava loro l’Immortalità…
         Qualcuno pensava che il segreto si nascondesse dentro le radici. E allora loro scavavano e inutilmente distruggevano queste tenere creature…
         Nessuno è mai riuscito a trovare il Fiore d’Oro. Il suo mistero non era scoperto…
         … Finché un giorno in quel posto non è venuto un giovane, la fidanzata del quale era molto ammalata. Gli dicevano che lei stava morendo. Ma un guaritore gli ha detto, che se lui le regalava il Fiore della Vita, allora lei sarebbe guarita.
         Il giovane si è messo in viaggio e quando è arrivato in montagna ha trovato un bellissimo fiore. Ed era così tenero che lui ha deciso che questo era proprio quel Fiore della Vita, che lui cercava! Lui si è messo in ginocchio davanti a questo fiore…, ma non l’ha potuto strappare: perché la compassione per la vita non gli ha permesso di distruggere questa bellezza!… Il giovane non gli ha fatto niente, soltanto ha sussurrato: “Scusami!” E non si capiva bene: se lui si rivolgeva alla sua fidanzata o al fiore…
         In questo momento lui ha sentito la Voce: “Chi rispetta la vita – merita di essere aiutato!…”
         La Voce apparteneva al Giardiniere Divino. Perché come tutti gli Immortali Lui poteva apparire in qualunque momento e in qualunque posto.
         Lui era composto interamente della Luce della Calma. Da ogni Suo movimento e da ogni Sua parola si diffondeva la Beatitudine.
          “Sono contento, che tu hai risparmiato la vita a questo fiore!” – ha pronunciato Lui.
          “La ragazza, alla quale io voglio bene, sta morendo…” – ha sussurrato il giovane appena.
          “Ti hanno detto che tu le devi regalare il Fiore della Vita. Ma il Fiore della Vita non si può strappare e portare! Si può soltanto coltivare nel proprio amore cordiale, nutrito dal Fiume dell’Amore!”
          “Ma la mia amata sta morendo proprio adesso… E io non ho tempo per salvarla…”, – ha risposto il giovane.
          “Va bene, ti aiuto Io. Lì si trova l’Origine del Fiume dell’Amore. E lì scorre il pulitissimo ruscello. Prendi l’acqua nelle mani e dici con tutto il tuo cuore spirituale all’acqua: “Ti voglio bene!” Annaffia dopo con la stessa acqua il fiore e anche a lui tu devi dire: “Ti voglio bene!” Dopo un po’ sui petali appariranno le gocce della rugiada. Le raccoglierai e questo sarà sufficiente per guarire la tua amata! In attesa che arrivi la loro apparizione entra nel Fiume dell’Amore e cerca di capire le Leggi dell’Amore, quelle che deve seguire l’uomo per vivere felice sulla Terra!”
         Il Giardiniere gli ha spiegato come immergersi nel Flusso della Viva Luce del Fiume dell’Amore e dopo di questo è sparito.
         Il giovane per tanto tempo è rimasto in quel flusso ascoltando il Fiume Vivo, le sue correnti, cantando, gli raccontavano i misteri della vita – le leggi di Dao.
         E lui ha capito come l’amore trasforma la vita umana! Invece chi non ha l’amore cordiale – non può entrare nel Fiume dell’Amore! Le anime, dentro le quali non è accesa la luce dell’amore – non sono in grado di essere in contatto con il Flusso dell’Amore Vivo – e per questo a loro manca la felicità.
         Invece coloro che vivono, regalando il loro amore, vivono e crescono nel Flusso del Fiume dell’Amore, dentro il quale scorrono la Luce, l’Allegria e la Beatitudine! Soltanto loro possono essere felici!
         E quando, pieno della felicità, il giovane ha capito tutto questo e si è trasformato, allora lui ha visto le trasparenti gocce della rugiada. Dolcemente lui ha raccolto quelle gocce e dopo è tornato dalla sua amata. Lei ha bevuto la medicina del Giardiniere ed è guarita.
         … Loro vivevano nella pace e nella felicità: perché la loro vita scorreva nel Fiume dell’Amore!
         … Quando il loro figlio è cresciuto, ha deciso che doveva ringraziare il Giardiniere Immortale per la guarigione miracolosa di sua madre, per la vita che le era stata regalata, e di conseguenza anche a lui.
         E si è messo in viaggio, per trovare quella piccola valle fra le montagne.
         Saliva sempre più in alto e rimaneva affascinato dalla bellezza, che si apriva al suo sguardo. Le grandi montagne lo salutavano con le sue cime, illuminate dal sole. Il tenero vento, volante sopra le distese, lo accarezzava. I fiori gli regalavano il loro profumo. Lui camminava e le stelle gli sorridevano di notte e il sole, con la sua luce, gli illuminava ogni suo giorno.
         Lui ha trovato e la piccola valle, dove abitava il Giardiniere Immortale, e l’Origine, dal Quale ha inizio il Fiume dell’Amore.
         E allora lui ha pensato: “Anche io vorrei fare crescere il Fiore della Vita e dopo raccontare alla gente della Strada verso la felicità vera!”
         E in questo momento lui ha visto il Giardiniere Immortale. Il Giardiniere ha detto: “Sia così come desideri! Perché tu desideri il bene non soltanto per te, ma anche per gli altri! Io ti faccio vedere come dal Silenzio del Dao nel cuore spirituale dell’uomo sboccia il Fiore della Vita! Ti faccio vedere le Profondità, dove nascono le sue radici! E allora anche tu potrai coltivare il tuo Fiore e raccontare alla gente i Misteri del Fiore della Vita, del Fiore del Cuore, che cresce dal Dao Infinito e sboccia nell’anima umana! Anche tu puoi diventare il Giardiniere!”


    Simeone il Nuovo Teologo


Parabola su Essere Monaco
e sulla Meditazione Silenziosa 

 Insegnami a non staccarmi da Te, mio Dio!
Che si riempia il mio corpo con la Tua  Luce Spirituale!
Che sia presente nella vita e nella morte sempre accanto a me!

Insegnami l’Unita, mio Creatore!
La preghiera raccontata da Simeone

         Viveva un giovane. La sua famiglia era ricca e famosa. Il giovane studiava con gran successo diverse scienze. Tutti si aspettavano da lui una grande carriera alla corte dell’imperatore…
         Ma il suo richiamo del cuore era diverso. Non cercava lui le ricchezze, non era attirato dalla fama e dalla gloria! Pensava spesso al senso della vita umana, rifletteva su Dio e cercava di capire i misteri Divini dell’esistenza!
         Chiedeva al padre il permesso di trasferirsi in un convento per l’insegnamento e per la purificazione spirituale.
         Il padre era indignato per la sua richiesta! Disse così:
          “Sei giovane! Gli uomini in monastero ci vanno da vecchi oppure perché vogliono pentirsi dei loro peccati davanti a Dio! Rifletti! Davanti a te sono aperte le diverse strade!”
         Il giovane gli rispose:
          “Padre, perché pensi che soltanto da vecchi, davanti alla soglia della morte, sia utile sapere di Dio e del senso della vita? Se la vita predestinata a me sarà breve, allora non potrò mai scoprire perché vivo?
         Voglio sapere il senso dell’esistenza, circa Dio, ma non come fare piacere ai governanti. E non di come occupare la posizione superiore, o come fare aumentare le ricchezze di dieci o di cento volte…
         Io ho visto i morti, fra i quali c’erano giovani e anche vecchi. E ognuno, che vive adesso, si trova nell’attesa della stessa fine! E se l’uomo non sa perché vive che risposta potrà dare a Dio, quando arriverà il suo momento di morire?!”
         Ma il padre non gli permise di trasferirsi in monastero e il giovane gli ubbidì.
         Ma lui non lasciò le ricerche di Dio e del senso della vita.
         Una volta lui andò dal vecchio che dirigeva il monastero. Lui era molto rispettato da tutti.
         Il vecchio accolse il giovane, il quale gli raccontò del suo desiderio di fare la vita da monaco e dell’ostacolo da parte del padre. Il vecchio lo guardò teneramente e gli disse: “Non c’è motivo per il tuo trasferimento in monastero, perché non sei attratto dalle tentazioni del mondo materiale, soltanto l’amore verso Dio t’interessa. Vivendo fra la gente normale, tu puoi fare tutto quello che fanno nel monastero!
         Chi è il monaco vero? Assolutamente non è quello che si nasconde da tutti dietro i muri, nella camera tutta buia, per non vedere e per non sentire nessuno!
         Non sono i muri del monastero che fanno sentire all’anima di essere davanti a Dio.
         Il monaco è colui che dedica tutte le sue azioni ed i pensieri a Dio e con le sue aspirazioni cerca di purificare l’anima davanti al Padre Celeste!”
         Il giovane chiese al vecchio di insegnargli come fare la vita da monaco rimanendo fra la gente. Chiese: “Dimmi come devo vivere adesso? A che cosa devo rinunciare e verso che cosa devo aspirare?”
         Il vecchio rispose: “Rinuncia di accontentarti nella cattiveria! Puoi sempre chiedere alla tua coscienza ciò che la riguarda. Lei non t’ingannerà mai!
         Rinuncia alla pigrizia e alla rabbia!
         Rinuncia a parlare a vuoto! Non dire le parole inutili e imbriglia il tuo discorso con il silenzio!
         Non offendere nessuno! Non essere offensivo!
         Perdona quando sono ingiusti verso di te! Chiedi il perdono quando sei ingiusto tu!
         Gesù c’insegnava ad amare il prossimo! Cerca di realizzarlo!
         Tutto questo ti basti per l’inizio…”
         Ma il giovane gli chiese: “Come pregare? I monaci passano le giornate intere a pregare ripetendo le preghiere a voce alta davanti al Padre Celeste e così si purificano.”
         Il vecchio rispose: “Allora se tu vuoi trovarti continuamente davanti a Dio t’insegno una meditazione silenziosa che potrai fare sempre.
         Tu devi imparare a trovarti nel silenzio e a conservare il silenzio cordiale! E sapere accendere la luce dell’amore per il Padre Celeste non davanti ad icona, ma nel proprio cuore! Nel silenzio del cuore si accenderà per sempre il fuoco dell’amore!
         Fai tutto con pazienza e diligenza! Ma non interrompere mai questa meditazione silenziosa!”
         Il giovane cercò di fare tutto quello che gli aveva detto il vecchio, ma non era tanto facile! A volte lui si accorgeva che non riusciva a fermare in tempo l’ombra della rabbia o dell’irritazione… A volte gli scappavano con la fretta le parole inutili… O si offendeva per l’ingiustizia verso di lui… E succedeva anche che dimenticava la meditazione silenziosa…
         Ma non smetteva di lavorare sulla propria anima.
         Cominciò a controllare con tanta attenzione i suoi pensieri e le sue azioni e in poco tempo si trasformò.
         La meditazione silenziosa ardeva nel suo cuore e gli procurava gioia! E sorvegliava che non s’interrompesse mai. Era accesa per sempre nella sua anima la luce dell’amore per Dio!
         Andò dal vecchio e gli disse: “Sto così bene grazie alla meditazione silenziosa che mi sembra di vedere Dio che mi guarda meditare!”
          “Perché no? – disse il vecchio, – Dio vede tutto, sa tutto: ogni pensiero, ogni azione di tutti noi! Appena penserai a Dio, lui sarà pronto ad aiutarti con la Sua risposta. Tutto questo perché Dio è sempre presente qui! E la tua meditazione Gli fa sempre piacere! Perché in questa meditazione l’uomo non vuole niente per sé, celebra e ringrazia soltanto Dio!”
         Così il giovane si trasformò in poco tempo che anche il padre cambiò la sua opinione e rinunciò al suo divieto e permise al figlio di realizzare il suo desiderio, di trasferirsi nel monastero per l’insegnamento del vecchio.
        

 * * *
         Il vecchio continuò ad insegnargli: “Hai imparato la prima meditazione silenziosa – la meditazione cordiale! Adesso t’insegnerò la seconda meditazione silenziosa: l’unione della tua anima con lo Spirito Santo.”
         Lo fece avvicinare alla finestra dentro il tempio, attraverso la quale passavano i raggi del sole. Disse: “Guarda, questo raggio del sole somiglia alla Luce Santa, che proviene da Dio!
         Il corpo dell’uomo è un tempio, Dio è la Luce! Tu devi riempire il tempio della tua anima con il Flusso della Luce Divina!
         Qual è questa Luce, qual è la Sua natura? – Questa Luce è l’Amore che proviene dal Padre Celeste. L’ingresso per la Luce dell’Amore del Padre è il tuo cuore spirituale. Lui è stato aperto grazie alla prima meditazione.”
         Allora il giovane sentì che la Luce è Viva!
         E che questa Luce è il Flusso dell’Amore Divino!
         E in questa Luce lui toccò la Purezza Suprema!
         E per un momento si riunì a questa Luce, diventando una cosa sola!…
        
* * *
         Passò non poco da questo momento. Per tanto tempo il giovane cercava di imparare la seconda meditazione. Finché non capì che al Flusso dell’Amore Divino può unirsi soltanto chi diventa lui stesso Amore; tenero e puro, non riuscì a sentire la presenza dello Spirito Santo dentro di sé!
         Si riuniscono soltanto gli uguali!
        
 * * *
         Ma vivendo nel monastero il giovane vide che anche qui succedevano le stesse cose come nel mondo della gente normale: la rabbia, le offese, l’invidia, la vanità… Vide nei monaci quello che considerava non compatibile per il monaco. Rimase perplesso!
         Si rivolse al vecchio per avere consiglio: come fare a non condannare quello che vedeva? Come aiutare le persone?
         Il vecchio rispose: “Chi è il monaco? – Quello che dirige verso Dio tutti suoi pensieri della mente e dell’anima!
         Ma non può l’anima liberarsi dall’involucro pesante che ha avuto per tanti anni in un momento. Questo involucro chiude gli occhi, tappa gli orecchi, copre le ferite, mette in catene l’anima e non permette di vedere e sentire la Luce di Dio!
         Non è facile liberarsi da quest’involucro, non è veloce purificare e guarire l’anima!
         Quello che vede quest’involucro negli altri senza condanna può diventare guaritore dell’anima.
         Ho intenzione di lasciare te al posto mio, perché presto me n’andrò…
         Sei giovane ma la tua purezza e sincerità davanti al Padre Celeste assicura che tu sia meglio degli altri e potrai prenderti cura delle anime in questa casa di Dio! Potrai aiutare la gente che cerca di purificare l’anima e amare il Padre Celeste!
         Se vedrai che è possibile togliere l’involucro pesante che copre l’anima, guarire la ferita dello spirito, correggere il difetto, farai tutto questo per la gloria di Dio! Questo sarà il tuo impegno principale!
         Insegna alla gente normale ad essere calma e amorevole ed a seguire i comandamenti di Gesù.
         Insegna ai monaci a sentire Dio ed a conoscere se stessi come l’anima.
         Avrai anche tu la saggezza soltanto aiutando gli altri ad avere la purezza davanti a Dio.
         Devi imparare a non giudicare, ma a risvegliare il desiderio nelle anime di liberarsi dai vizi.
         Dio ti suggerirà sempre quale medicina sarà meglio per ogni anima!”
         E il vecchio smise di parlare…
         Il giovane ebbe il coraggio di chiedere: “Mi dicevi che esiste la terza meditazione silenziosa… Raccontami di lei!”
          “Conoscerai la terza meditazione soltanto quando tu lascerai te stesso.”
         
 * * *
         E il vecchio se ne andò.
         E il giovane ne prese il posto.
         Per la gran responsabilità domandava sempre a Dio come fare. Cominciò a sentire i consigli di Dio e a vedere la Luce Splendente del Dio-Padre come il sole!
         Lo Spirito Santo cominciò a scorrere attraverso di lui e le sue azioni e parole erano piene di saggezza.
         La seconda meditazione silenziosa diventò la sua sostanza, perché lo Spirito Santo era in lui, parlava e agiva attraverso di lui.
        
* * *
         Passò il tempo… Aiutò tantissima gente a liberarsi dall’involucro pesante, che incatenava l’anima, copriva la Luce, impediva il respiro dell’anima… Guarì tante ferite dello spirito e insegnò come correggersi.
         … Morì suo padre e tutta la sua proprietà fu ereditata dal figlio.
         Ma la ricchezza del padre terrestre non diventò proprietà della fraternità come desideravano tanti… E non coprì d’oro il tempio… Ma aprì la scuola per bambini, l’ospedale per i vecchi e la casa d’accoglienza per gli abbandonati…
         C’erano quelli che non condividevano la sua decisione. Erano quelli che vivevano nel tempio facendo la vita da persone normali, cercavano di fare carriera e di avere il potere… e non cercavano di liberarsi dall’involucro pesante dell’anima…
         Decisero di mandarlo via… Scrissero una denuncia dicendo che era posseduto dal demonio: vedeva la Luce uguale a quella del sole, sentiva i consigli dello Spirito Santo e inventava una lode a Dio, avendo la mente alterata!
         Fu espulso dal tempio… Tolse gli abiti da monaco e se n’andò, avendo soltanto la seconda meditazione silenziosa che aveva imparato.
        
 * * *
         Mentre usciva dal portone del monastero non era più un giovane, aveva i capelli bianchi e la gente gli chiese: “Chi sei tu?”
         Lui rispose: “Sono monaco Divino”…
         E andò sulla riva del mare.
         Trovò il posto disabitato e rimase a vivere in una grotta.
         Dio era con lui!
         E lui vedeva Dio!
         E lui sentiva Dio!
         E Dio era con lui sempre!
         Il monaco Divino era sempre con Dio!
         Quando non lasciò più la Luce dello Spirito Santo, il Padre Celeste spalancò davanti a lui il portone della Sua Dimora!
         E la sua anima mise gli abiti di Cristo.
         Allora seppe la terza meditazione silenziosa perché per lui non esisteva più niente a parte Dio: soltanto Dio che era Tutto e in tutto!
         E allora lui ha pensato: “Anche io vorrei fare crescere il Fiore della Vita e dopo raccontare alla gente della Strada verso, la felicità vera!”
         La gente cominciò a chiamarlo il vecchio santo. Erano così numerosi i pellegrini che dovettero costruire una nuova abitazione accanto alla sua grotta.
         Il saggio non rifiutava di aiutare nessuno, dava consigli a tutti coloro che lo desideravano.
        
* * *
         Una volta venne un giovane e domandò: “Dimmi, vecchio saggio: qual era il senso della tua vita?”
         Rispose il saggio: “All’inizio io vivevo per conoscere l’amore cordiale!
         Poi vivevo per regalare l’amore alla gente e per insegnare ad amare. Per imparare dal Creatore ad avere cura del prossimo.
         Adesso Dio vive in me e io in Lui. E quello che faccio io è ciò che fa Lui…”
         Riprese il giovane: “Insegnami a vivere così, come vivi tu!”
         Il vecchio cominciò a raccontare della prima meditazione silenziosa…


    Sulya

Parabola sull’Amore

         Una volta un uomo sentì le parole: “Dio è l’Amore!”
         Lui decise di andare a trovare l’amore.
         Si mise ad ascoltare che cosa la gente diceva dell’amore.
        
 * * *
         E sentì questo:
         … “Io amo la carne!” — diceva uno. E andava e uccideva un agnello, lo cucinava e mangiava il suo corpo…
         … “Io amo la caccia! — diceva un altro. — Io riesco a colpire qualunque uccello mentre vola! Anche qualsiasi animale del bosco io lo colpisco senza sbagliare e tolgo la sua pelle!”
         … “Io amo portare le pellicce!” — diceva una donna alla moda.
         … “Io amo i fiori!” — affermava un’altra… E metteva tanti fiori nei vasi e guardava con tanto piacere come loro morivano nel silenzio, seccandosi… Non sapevano niente del suo “amore”!… E diventavano i segni dell’amore e della bellezza… i fiori privi delle radici!…
         … Un altro uomo raccontava: “Io amo la mia donna! La mia passione per lei è molto forte, se lei mi tradisce con un altro allora io la uccido!”
         … “Io più delle donne amo la gloria! — così aggiungeva il condottiero. — Darei di tutto per un instante di fama!”… Trovava subito nemici e mandava gli altri a morire… Lui era capace per un momento della propria gloria di togliere le vite agli altri…
         … “Io amo il potere! — così diceva un imperatore. — Sono io che creo le leggi nel mio paese! Tutti saranno ubbidienti a qualunque mio desiderio! Sarà così come decido io: salvare o giustificare, stabilire la pace o cominciare la guerra!”
         … L’uomo sentì anche un’altra cosa: “Noi amiamo Dio! Siamo pronti a morire per la nostra fede! E per la fede siamo pronti ad ammazzare!”
        
 * * *
         Lo inorridivano le parole che lui sentiva ed esclamò: “Questo non può essere amore!”
         Come l’eco rispondevano le montagne: “Questo non è amore!…”
         Frusciavano le foglie: “Questo non è amore!…”
         Urlavano gli uccelli: “Questo non è amore!…”
         Mormoravano i fiumi: “Questo non è amore!…”
         Con le onde dell’oceano gorgogliava la risacca: “ Se qualcuno vuole qualcosa per sé e versa il sangue degli altri, questo non è amore!…”
        
* * *
         … Nell’altro paese vide un bambino buono. Lui gli chiede: “Che cosa ami?”
          “Io amo la mia mammina, il mio papà, amo questa radura, coperta di fiori e anche questo fiume e questo bosco amo tanto! Amo anche cantare e ballare, amo lavorare e giocare! A tutti dà gioia il mio amore! E anche loro mi amano!”
         … Vide un innamorato e gli fece la stessa domanda. Come risposta l’innamorato gli ripeteva le parole che diceva alla sua amata: “Sii felice, mia amata! Anche se hai scelto un altro… Ti ripeto di nuovo: sii felice, amata mia! Sii felice! Sappi che io sono felice per te!”
         … L’uomo vide un bellissimo giardino, gli sembrava che la terra stesse fiorendo come il campo di grano. Vide quello che lo stava coltivando e gli chiede: “Che cosa ami?”
         Quello rispose: “Io amo la terra! Io faccio crescere gli alberi, il grano, i fiori e loro dopo mi rendono l’amore con la frutta, la bellezza, il profumo. Chi ha fatto crescere il giardino e ha regalato il suo amore a tutti merita di essere nutrito dalla buonissima frutta.
          … Il nostro uomo continuò il suo viaggio nel paese dove erano la pace e l’ordine. C’era il progresso dappertutto.
          Chiese al governatore: “Tu che cosa ami?”
          “Amo il mio paese e tutta la mia gente! — diceva il saggio governatore. — E sono pronto ad umiliarmi, se questo è necessario, per raggiungere la pace ed evitare la guerra!”
         Andò sempre più avanti e continuò ad ascoltare e a guardare…
         Vide il Maestro dell’Anima, che amava Dio con tutto il cuore.
         Allora chiese al Maestro: “Dimmi com’è l’amore e quale Dio ce lo insegna.. E come fare a riconoscerlo? Come distinguere il vero amore da quello falso?”
         Il Maestro gli rispose: “Non esiste l’amore nei desideri per se stesso! Quelli sono le passioni, i vizi ed i capricci… L’Amore è la base del Creato! L’amore è la luce della tua anima!”
         Il Maestro continuò il discorso:
          “L’acqua scorre per dissetare tutti — così ama Dio!
         La terra fa crescere e porta su di sé tutte le vite — così ama Dio!
         Il sole illumina e regala la sua luce a tutti — così ama Dio!
         Ama anche tu, regalando a tutti la tua cura e la tenerezza!
         L’amore che regali è la luce dell’anima!
         Coltiva in te stesso l’amore, soltanto così potrai vedere e sentire Dio!”


    Sulya

Parabola sul Maestro

         C’era un Maestro sulla Terra. Viveva in Unione con Dio. La gente affluiva a Lui.
         Lui insegnava a quelli che cercavano sinceramente di conoscere la Verità.
         Ma tanti altri soltanto domandavano oziosamente senza ricavare niente d’utile per l’anima…
         Tantissima gente affluiva a Lui e faceva le domande:
         «Come sapremo che Tu sei il Maestro vero, che il Tuo Insegnamento è giusto, che Tu sei migliore degli altri, che insegnano e parlano diversamente?
         Ci sono quelli che insegnano a togliere il capello prima di entrare nel tempio, altri invece di rimetterlo…
         Esistono tantissimi Dei diversi e vari insegnamenti! Ogni credente crede che la verità appartiene soltanto a lui! E chi opera in modo diverso e onora un Dio diverso è un peccatore!
         Come capire? A chi credere?
         Che cosa riceveremo se onoreremo il Tuo Dio?»
         Il Maestro rispose:
         «Esiste Dio! E Lui è unico per tutti! I Suoi nomi sono l’Amore, la Vita e l’Esistenza! Lui è anche il Creatore del tutto, il Fondatore! Lui genera l’esistenza del tutto, manifestando la Sua Forza!
         I nomi si distinguono soltanto perché nelle lingue diverse si compiono gli inni per Lui.
         Ma la conoscenza, che la gente ha di Lui, non è completa. E tantissimi «gli insegnamenti» e «gli insegnanti» prendendo il misero brano dell’Intero e tendono ad approvare soltanto quello che sanno loro di Dio. Invece quello che non sanno tendono a dichiararlo inesistente.
         Adesso mettiamo una benda sugli occhi di tre persone e gli facciamo palpare un elefante, alla condizione che nessuno di loro abbia mai visto un elefante prima.»
         Il Maestro mise la benda a tutti tre. All’uno diede per studiare la coda, all’altro diede la gamba e al terzo diede la proboscide… Ognuno di loro descrisse con successo l’elefante così come lo avevano immaginato… E c’era una grande differenza fra le diverse versioni… Ma l’elefante era uno solo. Ma la cosa più importante è che l’elefante era unito!
         La gente continuò a fare le domande:
         «Com’è Dio? Dov’è Lui? In quale tempio Lo dobbiamo cercare? A che cosa dobbiamo credere, come pregare, quali sacrifici dobbiamo offrire?»
         Il maestro ripeté le parole semplici quali per i secoli pronunciarono i Maestri per fare sentire e capire alla gente:
         «Dio è l’Amore! Lui c’insegna ad amare ma non a chiedere!
          Il Creatore non esige né preghiere, né sacrifici, né adorazioni!
         Lui regala: regala la vita, regala il Suo amore! Lui dirige l’esistenza del tutto!
         Il cuore spirituale di ognuno deve diventare il tempio per conoscerLo! Perché ognuno di noi può trasformare il proprio cuore nel bellissimo tempio, pieno dell’amore e gratitudine! Questo tempio con il tempo non avrà più confini. E crescerà ogni anno sempre di più!
          Perché l’amore è infinito! L’amore cresce e si allarga sempre di più in tutto ciò che si ama!»
         E se avete la necessità di pronunciare le parole allora dite: «Ti amo, Padre!» o ancora: «Ti ringrazio!»
        
 * * *
         Allora gli allievi chiesero al Maestro di raccontare della gratitudine verso Dio.
         Il Maestro rispose loro:
         «Il comandamento più semplice che può realizzare ogni uomo è il comandamento della gratitudine. Qualunque cosa riceverete, ringraziate! E regalate il bene come risposta! In questo modo le vostre anime e le vostre vite presenti cambieranno e anche i vostri destini!
         Chi sa d’essere grato di tutto ciò che manda Dio acquisisce tre virtù: amore, umiltà e pazienza. E colui che cerca sempre di realizzare questo, vive e cresce nel Suo Amore!
         E voi non avete motivo di essere tristi, perché tutto quello che è stato fondato e creato da Padre è perfetto!
         Ringraziate Dio sempre e di tutto!»
         «Che cosa deve fare chi ha la vita piena di sofferenze? Anche lui deve ringraziare il Padre per le punizioni?» – così domandò uno degli allievi.
         Il maestro gli rispose:
         «Le sofferenze purificano le anime e tolgono il peso dei peccati del passato soltanto se il pentimento si vive nel modo giusto! Così anche per questo dobbiamo ringraziare il Creatore!
         Bisogna ricordare di questo soprattutto quando arrivano le sfortune e le disgrazie nella nostra vita! Noi da soli stiamo creando i nostri guai. Non è Dio che ci punisce, ma le nostre brutte azioni precedenti li creano. Invece Dio ci aiuta a purificare i nostri destini, nel momento che torna da noi il male, che una volta abbiamo fatto agli altri.
         Ieri ho aperto un ascesso che avevi tu sul corpo. E il dolore che io ti ho provocato, facendo questo, serviva per il tuo bene, per la guarigione del tuo corpo. E tu Mi hai ringraziato per la cura! Non ti sembra strano di ringraziare per il dolore che tu hai provato? Tutto questo perché tu sapevi che questo dolore era per il tuo bene, per guarire il tuo corpo!
         Salvando e facendo guarire le anime prendiamo con la gratitudine il dolore, mandato dal Principale Guaritore di tutte le anime!
         Tornando in vita sulla Terra l’uomo deve restituire il debito per il suo passato vizioso. E potrà continuare a vivere nel bene soltanto se non avrà più debiti con nessuno!»
         «Come pagare i debiti dell’anima?» – domandò lo stesso allievo.
         «Con l’amore!
         Esistono tre comandamenti, molto semplici: «Ama! Ringrazia! Fai il bene!» E quello che cerca sempre di realizzarli vive e cresce nell’Amore del Creatore! Perché il tuo amore può superare tutti i problemi dell’esistenza!
         Se un uomo vive regalando, ringraziando e restituendo allora cancella, grazie al suo amore, il suo passato negativo!»
        
* * *
         Gli allievi chiesero al Maestro:
         «Alcuni insegnamenti dicono che l’uomo è Divino, altri insegnano che è cenere e pieno di peccati… A quale dobbiamo credere?»
         Il Maestro prese un seme dalla terra e lo fece vedere a loro sul palmo della mano:
         «Ecco il seme dell’albero. Qualcuno Mi dice: questo sarà l’albero. Altri Mi dicono: questo è soltanto una polverina, che il vento, giocando, manda via. Chi ha ragione?
          Nel seme vive tutto ciò che può diventare l’albero! Ma finché il seme non germoglia, non mette le radici, non trasforma il suo essere, facendo germinare il seme, trasformando la possibilità di esistere in vera esistenza, il seme rimane una piccola polverina, che il vento trasporta, giocando…
         Così è anche per l’uomo. Lui può diventare Divino, perché in lui ci sono i semi della Divinità, ma perché in lui l’Amore Divino metta le radici, cresca e diventi l’Albero, cambiando tutta la sua sostanza occorre la volontà!
         Il seme può crescere e diventare albero. Anche l’uomo può crescere, avendo una grande Trasformazione, diventare Dio! Ogni uomo ha la grande possibilità di trasformarsi così!
         Ma questo è soltanto la possibilità!»
        
* * *
          Una volta i nuovi allievi chiesero al Maestro:
         «Come possiamo verificare che, seguendo il Suo Insegnamento potremo trovare la Verità? E perché dovremmo credere alle Tue parole?»
         Il Maestro rispose:
         «Ecco il miele appena raccolto è dolce. Io avrei potuto dire tanto della Sua dolcezza e voi avreste potuto credere alle Mie parole, ma tutto questo non sarebbe servito a niente! Voi sarete sicuri del sapore dolce, soltanto quando lo assaggerete.
         Così anche la Conoscenza! Credere senza ragione a Me o all’altro, ammirare il libro che contiene la Conoscenza, e non Dio – non serve a niente!
         Dovete fidarvi della vostra esperienza! Le parole restano sempre parole…
         Ecco un cieco in una stanza buia. Per quanto lui creda nell’esistenza della luce, ciò non lo aiuta a ritrovare la vista!
         Invece se, scoprendo l’esistenza della luce, comincia a reagire, allora forse riuscirà per se stesso ad accendere il fuoco nel buio. Così se nel buio si accende la candela allora, in questo caso, si può nella stanza buia vedere la porta e cominciare ad andare verso di lei.
         Soltanto chi cerca e agisce potrà trovare l’uscita! Gli rimane soltanto di spalancare la porta nell’infinità della Luce!»
         «Soltanto ieri Tu dicevi che la nostra fede può salvarci, invece oggi dici che la fede non serve a niente? Come capirTi?»
         «Io parlavo della fede nella quale si riuniscono l’Amore per il Creatore, la fiducia per Esso, il ricordo che Lui è sempre vicino!
         Quando tu sai che il Padre ti ama, ti cura e che è sempre accanto a ognuno e che tutto ciò, di cui hai necessità, ti viene dato, tu Lo ringrazi per questo; questo Io chiamo la fede! Il Suo Amore e la Forza hanno creato tutto! Il tutto è sotto il Suo Potere! Anche se c’è qualcosa, che non ti piace, comunque c’è un motivo valido che questa cosa esista.
         La Conoscenza è il frutto dell’amore e della fede, che deve essere coltivato, grazie alla fatica e alle azioni giuste!
         Finché non vedi l’esistenza della Luce, ma vuoi trovarla, tu devi credere e lavorare! La fede è l’appoggio nella Via! Se non crederai nell’esistenza della Luce non potrai mai liberarti dal buio!
          Se tu credi soltanto, senza pensare, la tua fede non ti guarirà… Soltanto il grande lavoro sul proprio io trasformerà il buio in Luce!
         Senza la fede uscirai dalla giusta Strada! Ma per trovare la saggezza dovete passare dalla fede alla Conoscenza!
         E soltanto alla fine della Strada conoscerete la Verità! Chi ha conosciuto la Luce del Creatore non avrà più né dubbi né paure! Con tutta la sua volontà cercherà di diventare la Luce e di imparare a sciogliersi in Lui!
         Quelli che sono capaci soltanto di dubitare ed di avere paura devono aspettare perché ancora non è arrivato il loro momento di intraprendere il cammino!
         Vi racconterò dopo del Mio Cammino, che cosa ho trovato e come sono arrivato all’Unione. E tutti quelli che sono diretti con tutte le forze dell’anima verso lo stesso obiettivo devono cercare di seguire Me!
         Esiste la Strada!
         Esiste la Verità!
         Esiste la Luce sulla Strada!
         Esiste la Meta!
         Ma ognuno deve andare da solo per trovare l’Unione con Dio! 


    Iamamuto

Parabola sul Pittore
        
         Viveva nel mondo un pittore che aveva il dono di vedere e raffigurare il bello.
         La sua capacita di vedere la Bellezza faceva meravigliare la gente! Le persone, che gli abitavano accanto, vedevano le stesse cose e non notavano niente di bello!… E questo continuava fino quando il pittore non trasformava quello che vedevano tutti in un perfetto quadro!
         Questo pittore era un Grande Maestro della Bellezza. Con gli occhi dell’anima lui toccava tutto ciò che vedeva e raffigurava il bellissimo momento dell’Esistenza Eterna sulle sue tele. E allora succedeva il miracolo: la Bellezza che non si notava prima diventava evidente a tutti quelli che guardavano il quadro del pittore!
        

* * *
         Una volta decise di fare il ritratto di una fanciulla snella e non appariscente, che nessuno aveva mai considerato bella. E anche lei si vergognava della sua linea, della sua timidezza e sempre abbassava lo sguardo per l’imbarazzo…
         «Così magra e non per niente bella… – e tu hai deciso di disegnarla!…» – diceva la gente al pittore.
         Ma il pittore non dava ascolto a chi diceva queste parole e continuava a disegnare. La sottigliezza, la grazia, il tenero ovale del viso, la profondità dello sguardo all’improvviso divennero vivi creando la bellissima immagine.
         E la fanciulla guardandola rimase senza respiro: «Questa non posso essere io… Il quadro è così bello!…»
         «Io sono soltanto lo specchio! – rispose sorridendo il pittore. – Io ti ho fatto vedere soltanto la tua bellezza dell’anima.
         Adesso vivi e non nasconderla al mondo!
         Tu, come anima, somigli alla bellezza dell’alba! E con la tenerezza del tuo amore illumini tutto quello che vedi!»
        

 * * *
         Il pittore vide una donna anziana e decise di fare il suo ritratto. E si meravigliava di nuovo la gente: cosa trovava di particolare in questa vecchia?
         Come scriveva le cronache così disegnava ogni ruga sulle sue mani. E c’erano in queste cronache le parole che raccontavano della vita lunga e non facile, della bontà e dell’amore, dei bambini allattati con la cura cordiale, dei nipoti nutriti con la saggezza profonda… E brillavano i raggi dai suoi occhi con la luce verso la gente che si trovava intorno in questo momento e anche verso quella che era lontano… La luce somigliava ad un fiume che aveva l’origine nella bontà cordiale.
         L’amore, la saggezza, la calma erano trasmessi sul ritratto e raccontavano alla gente della vita buona della grande anima! Tantissima gente rimaneva senza fiato ammirando questo quadro! Loro vedevano la sostanza della vita che non era vissuta inutilmente. Sentivano di essere abbracciati dall’amore della bellissima anima, che somigliava a una tenera alba…
         Il pittore riuscì raffigurare così bene la vecchia che la gente per il rispetto s’inchinava davanti a lei…
        

* * *
         Dopo il pittore disegnò un danzatore. Nel momento che lui raffigurava si riunivano insieme la danza e il danzatore. Il movimento del braccio, la musica, lo sguardo adesso suonavano sulla tela! Chi guardava il quadro poteva vivere le emozioni con la propria anima doppiamente: come contemplatore e danzatore, che canta l’inno dell’Amore a Dio!
        

* * *
         Il pittore disegnò la goccia della rugiada sulla finissima foglia dell’erba.
         Soltanto la goccia dell’acqua brillava al sole, ma questa goccia sembrava dire: «Io sono una goccia nell’infinità dell’Amore! E la bellezza del sole si riflette in me! Come nello specchio del mio amore adesso brillano la pace e la bellezza della Terra!»
        

 * * *
         E con il suo pennello il pittore raffigurò ancora un instante dell’Esistenza Eterna:
         Il sole distende i suoi raggi sul mare! E si riflette nelle nuvole!… Il volo degli uccelli da lontano verso casa!… La riva del mare coperta della dorata sabbia!… Si riuniscono sulla stessa tela le creazioni del Creatore e dell’uomo! Si apre l’Eternità nell’unico istante della Bellezza! L’Oceano Infinito della Luce di Dio illumina le anime con l’alba del sole! In quest’infinita Bellezza appaiono i Lineamenti Invisibili del suo Fondatore!


 * * *
         Il pittore possedeva uno sguardo magico: era capace di vedere il Creatore di tutta la Bellezza dietro il Creato!
         E poteva regalare alla gente la capacità di vedere e amare!



    Radek Volynsky


Parabola sul Grande Farmacista
e sulla pietra filosofale* 

         Diversi secoli fa, in un tempo chiamato medioevo, per tutta l’Europa si narrava la leggenda di un Uomo che si diceva vivesse in eterno. Nessuno sapeva da dove Egli venisse quando compariva, né si sapeva dove andasse quando spariva. A volte compariva sotto forma di consigliere del Re, a volte si presentava come guaritore,… le sue idee davano l’ispirazione a filosofi, poeti e pittori… Ma tutto ciò era soltanto l’apparenza esterna di un’importante Verità che rimaneva nell’ombra, mai scoperta, mai indovinata…
         Tuttora negli antichi manoscritti si possono trovare i ricordi sull’Amico Divino, con il Quale incontrandosi la gente scopriva la Verità… Tante persone al giorno d’oggi considerano tutto ciò pura fantasia. Ma Lui davvero viveva attraverso i secoli, per far crescere negli uomini la comprensione, la coscienza, l’amore, la conoscenza di se stessi come anima, e la conoscenza di Dio.
        
* * *
         In quegli stessi tempi viveva un ragazzino. Tutti lo chiamavano Genrich. Egli era l’undicesimo figlio del proprietario di un macello. I suoi fratelli maggiori aiutavano il padre nel suo lavoro, mentre Genrich rimaneva a casa con la madre e la aiutava con le faccende domestiche.
         Ma arrivò il momento in cui il padre ordinò anche a Genrich di imparare ad ammazzare gli animali e a trasformare i loro corpi in carne, pelle e ossa…
         Genrich rifiutò. Disse che non avrebbe mai ammazzato nessuno!
         Il padre lo colpì sul viso e urlò:
         “Se è così, allora da adesso non mangerai più, finché non capirai con quale fatica noi lavoriamo per guadagnare i soldi!”
         “Io non ammazzerò lo stesso anche se dovrò morire!” – rispose Genrich al padre.
         Questo rifiuto durò più di un giorno. Il padre era arrabbiato anche con la madre che cercava di difendere il figlio in qualche modo.
         Un giorno Genrich scappò di casa.
        
* * *
         Per tanto tempo egli vagabondò da un paesino all’altro, finché non arrivò nella capitale.
         Raramente gli riusciva di guadagnare un po’ di soldi per poter mangiare, poiché nessuno voleva prendere a lavorare un ragazzo così indebolito dalla fame…
         Ma una volta un signore ben vestito, con abiti di velluto, gli chiese di aiutarlo a trasportare dei libri pesanti in cambio di un piccolo compenso.
         Genrich accettò con grande gioia.
         Quando furono arrivati a casa del signore, Genrich vide sulla porta il cartello: “Maître François – il farmacista”.
         Entrando in casa, Maître François voleva ricompensare Genrich, ma non trovava gli spiccioli. Così andò su per le scale, lasciando giù il portafoglio, come se fosse una casuale svista. Genrich sbirciò nel portafoglio e vide che era pieno di monete d’oro, ma egli ne se la sentiva di rubare.
          Dopo un po’ Maître François tornò e guardò teneramente Genrich.. Poi, dando degli spiccioli al ragazzo che li aveva guadagnati onestamente, disse: “L’onestà è un buon inizio per una buona vita!
          Io ho bisogno di un ragazzo per distribuire le medicine. Potresti diventare il mio aiutante e allievo…”
         Così Genrich rimase a casa di Maître François.
        
* * *
         La vita nella casa dove ora abitava Genrich, era insolita. Le regole che vi erano stabilite, all’inizio gli sembravano strane, ma pian piano diventarono piacevoli perché vi si abituò.
         La prima regola era la Pulizia.
         A tale regola apparteneva non soltanto la pulizia dei tavoli, degli scaffali, del pavimento e degli abiti da indossare, ma essa riguardava anche la pulizia del cibo consumato: nessuno mangiava la carne degli animali uccisi. Anche il lavaggio giornaliero del proprio corpo faceva parte della pulizia. Ma soprattutto era necessario avere puliti i pensieri e le emozioni. “Ognuno deve cominciare da se stesso la purificazione e la trasformazione del mondo!” – così diceva Maître François.
         La seconda regola era il Lavoro.
         Ognuno in casa aveva il proprio compito affidatogli, che doveva essere svolto con piacere. Maître François non accettava il lavoro degli schiavi. Spesso lui diceva:
         “Lo schiavo fa soltanto quello che gli è stato ordinato. La persona libera lavora quando può e desidera, rendendosi conto, che questo è necessario.
         La libertà si acquisisce solamente dopo che l’uomo vince lo schiavo in se stesso!”…
         La terza regola era il Silenzio.
         Nella casa del Maître François c’era una particolare atmosfera di calma, che ispirava a vedere la completezza della vera Esistenza e a diventare il suo partecipante.
         “Non bisogna pronunciare ogni pensiero che ti viene nella testa! Ferma il discorso, affondati nel silenzio e allora in nove casi su dieci tu non parlerai!
         Però, quando lo farai, dirai solo ciò che sarà davvero importante e smetterai di smuovere l’aria invano con le tue chiacchiere.
         Soltanto a questa condizione le tue parole faranno parte dell’elisir vivo per le altre anime!” – così insegnava Maître François ai principianti.
         La quarta regola era lo Studio.
         Maître François diceva:
         “Quando l’uomo smette di conoscere il nuovo e di svilupparsi, fa il passo giusto verso la propria morte, perché la vita dell’anima in questo corpo… in tal caso diventa inutile.
         La cosa più importante è sapere usare le conoscenze! In realtà ciò che è davvero necessario sapere è ben poco; l’importante è imparare a ragionare adoperando le conoscenze ricevute; in questo c’è la chiave della saggezza”…
         La quinta regola era l’Amore.
         L’Amore teneva uniti tutti quelli che vivevano nella casa. L’Amore era anche la base dei metodi che loro creavano per curare la gente.
         Maître François non parlava spesso dell’amore, ma le sue parole rimanevano impresse nella memoria per tanto tempo:
         “L’Amore è la condizione per sviluppare in sé la saggezza. La Saggezza è impossibile senza l’amore cordiale!
         L’Amore è quello che è capace di trasformare la persona comune in un Uomo Divino!”
        
* * *
         A Genrich piaceva studiare. Lui aveva buona memoria e una mente molto attiva.
         E tutto quello che il suo Maestro gli proponeva di studiare era pieno di saggezza. Per esempio i Vangeli.
         Maître François spiegava:
         “Per curare la gente non basta conoscere solo la struttura del corpo umano! Perché l’uomo è anima, il corpo è soltanto il suo involucro temporaneo! Perciò per curare la gente sono necessarie le conoscenze sull’anima, sulle piante e sui minerali medicinali, sugli organi del corpo, sui processi che avvengono nell’organismo intero.
         Tante cose sull’anima e su Dio le potrai conoscere dalle parole di Gesù Cristo”.
         “Ma è vietato leggere la Bibbia a chi non è prete?” – chiese Genrich.
         “Non avere paura! Perché la paura è cattiva maestra!
         Quello che suggerisce la paura porta soltanto verso schiavitù, vigliaccheria e sviluppo della capacità di tradimento!
         Non ascoltare mai i pensieri che ti sussurrano paura, pigrizia e rabbia!
         E ancora: nessuno deve trovarsi fra l’uomo e Dio! Ogni uomo personalmente è responsabile davanti a Dio per tutto ciò che fa e non fa nella propria vita! Egli deve imparare da solo a percepire ed a comprendere Dio!”
         … Così gradualmente Maître François faceva avvicinare Genrich alla conoscenza che lui chiamava alchimia dell’anima:
         “L’alchimia vera è la conoscenza che consente di perfezionare se stessi.
         L’uomo deve imparare a distinguere in se stesso: il superiore e l’inferiore, il fine e il grossolano, il buono e il cattivo.
         I vizi legano l’anima con il peso e non la lasciano uscire dagli stati grossolani e inferiori. Proprio questo, prima di tutto, bisogna superare in se stessi!
         Allo stato perfetto si avvicina soltanto colui che si esercita in autocontrollo tutti giorni di continuo e non ogni tanto!”
        
* * *
         Era particolare il modo di spiegare di Maître François! Lui prendeva dei semplici esempi della vita quotidiana e vi abbinava le grandi verità:
         “Esistono le uniche Leggi dell’Esistenza, create da Dio, che funzionano determinando l’andamento della vita sulla Terra e in tutto l’universo.
         Ora guarda: questo è il sasso che io tengo nella mano; cadrà in terra appena smetterò di trattenerlo. Potrei ripetere questo gesto tante volte, ma il risultato sarà sempre lo stesso. Tutto il materiale che si trova sulla superficie della Terra e anche al di sopra di essa, è attratto dal pianeta. La materia è attratta dalla materia. Questa è la legge della gravità terrestre.
         Esiste lo stesso fenomeno anche nel mondo delle anime. Le anime umane (e non soltanto) si attraggono e si riuniscono tramite l’amore.
          E anche Dio, il Creatore di tutto l’esistente, ama i Suoi figli. E se anche l’uomo ama Dio allora si crea un’attrazione molto forte! La sua forza supera un infinito numero di volte tutto quello che tu puoi immaginare! Proprio così: Dio guida le anime in Sé! In questo modo funziona la Legge dell’Amore!
         Posso raccontarti anche della legge dell’odio. Se tu ti farai male, sbattendo contro un sasso, e dopo vorrai sbatterlo da solo come per vendetta, allora ti farai male di nuovo. Così funzionano i meccanismi di vendetta, offesa e rabbia… Tutto questo continuerà finché tu non conoscerai e comprenderai, attraverso il dolore, la Legge dell’Amore.
         Non è Dio che punisce l’uomo! L’uomo da solo punisce se stesso, trasgredendo le Leggi dell'esistenza stabilite da Dio!
         Quelli che vivono in armonia con le Leggi Divine dell’amore sono felici in questa vita e anche nell’esistenza dopo la morte.
         Dio non creò mai il male. E’ l’uomo che usa a fin di male quello che è destinato al bene! L’uomo è capace di trasformare tutta la propria vita in un inferno! E dopo supplicherà il Creatore: "Salvami!" Non è assurdo?
         Ti racconto la parabola di come due uomini andarono a cercare l’albero della conoscenza del bene e del male.
         Trovandolo, essi raccolsero una mela ciascuno.
         Il primo, mentre mangiava la mela, ringraziava Dio e il melo! Anche i semi raccolse e li seminò con amore nel proprio giardino. Così crebbe un giardino di meli, a casa sua regnava sempre la pace ed erano tutti felici, lui, sua moglie e i suoi figli.
         Invece all’altro il frutto sembrò aspro e lo buttò via. Per la rabbia ruppe un ramo dell’albero e costruì un arco con il quale ammazzava gli animali… Inutilmente cercava la felicità perché da solo creava le disgrazie a se stesso!…
         L’albero era sempre il solito e anche le mele erano uguali! Quindi ognuno porta in sé la possibilità d’essere felice o infelice!”
        
* * *
         Una volta in casa di Maître François entrò un uomo:
          “In questa casa vive Maître François? Io ho attraversato tutta l’Italia e la Francia, cercandolo! E finalmente l’ho trovato!
         Mi permetta di diventare il Suo allievo!” – disse, e cadde in ginocchio davanti a Maître François. Poi continuò agitandosi:
         “Lei… Non deve negare! Lei ha trovato la pietra filosofale! Lei è capace di trasformare il piombo in oro! Io ho letto tanti trattati, ho avuto grandi successi, sono quasi alla fine della mia ricerca, ma mi manca un’ultima cosa per completare la reazione nel modo giusto!”
         “A che cosa ti serve tutto questo? E di quanto oro hai bisogno?” – chiese tranquillamente Maître François.
         “Io… Io avrò tanto d’oro quanto ne vorrò! Potrò farlo sempre! Sarò ricco e anche libero! Potrò avere tutto quello che vorrò, qualunque cosa! Farò tutto quello che desidererò! Nessuna donna potrà rifiutarmi!…”
         “E che cosa farai quando avrai tutto questo: oro, potere e donne? Sei sicuro che è proprio ciò che vuoi? Forse ti serve soltanto una donna, quella che tu amerai e che amerà te? Forse per essere felice tu hai bisogno soltanto di una casa e di un giardino nel quale potranno giocare i vostri figli?”
         “Sono venuto per imparare! Io ho soldi e posso pagare per gli studi!…”
         “Tu stai sprecando inutilmente la tua vita per cose che non ti servono a niente!
         Questa è l’unica lezione che ti serve e che avrei potuto darti. Se riuscirai a capire e ad assimilare ciò, allora sarai davvero felice! Se no…
         Io non sono un mago, sono farmacista. Io prescrivo la medicina adatta a portare la salute sia all’anima che al corpo.
         Tu hai avuto la tua ricetta… Io non posso fare altro per te.
         Genrich, accompagna il signore!”
        
* * *
          “Che cosa è la pietra filosofale?” – chiese Genrich quando la porta si chiuse dietro al visitatore.
         Maître François rispose:
         “Le persone che chiamano se stessi alchimisti sono convinti che esista un elemento segreto, “la base della vita” che permette di trasformare qualunque cosa. Esso viene chiamato “ pietra filosofale”.
         E tanti, anno dopo anno, mescolano nelle provette elementi di vario tipo cercando la pietra filosofale per trasformare… qualunque tipo di metallo in oro.
         Ma la verità è che dietro agli antichi discorsi sulla trasformazione degli elementi, erano sotto intesi gli scalini della trasformazione dell’anima. La Chiave Divina, la vera pietra filosofale è l’amore, come la sostanza dell’uomo concreto, come lo stato dell’anima.
         Tutto ciò che nel Creato è possibile chiamare essere vivente.
         Ma il livello della consapevolezza è diverso fra piante, animali, uomo e Dio. Ci sono gli scalini della crescita che devono essere superati dall’anima prima che essa impari a comprendere e ad essere consapevole. Superando tali scalini, l’anima diventerà capace di penetrare nelle vive Profondità pluridimensionali. E dopo l’uomo sarà capace di conoscere la sua Sostanza Divina, l’Unione con Dio!
         E quando l’uomo, come anima, diventa simile a Dio noi Lo chiamiamo Cristo.
         La Grande Armonia è possibile! Il suo segreto è nell’uomo! In lui, come nell’organismo pluridimensionale, ci sono le energie di tutti i piani dell’universo. L’uomo, come anima, può conoscere tutti questi piani e diventare la consapevolezza Raffinata!
         Come un brano che all’inizio non è grande e che sta conoscendo la sua presenza nel Grande Intero, l’uomo, raccogliendo, tramite se stesso, tutti i piani del Creato, diventa Unico con tutta la Creazione e con l’Origine della Creazione – il Creatore.
         Il Creatore è come l’Oceano della Luce!
         Il Suo Splendore è come lo splendore di innumerevoli Soli che con i loro raggi penetrano dappertutto.
         Lui è Immerso e Infinito!
         Così l’uomo trova la sua pietra filosofale e conosce il Creatore!”
        
* * *
         Maître François trovava abilmente un equilibrio fra la fama e il passare inosservato… Egli viaggiava per tutta l’Europa con pochi compagni i quali, ad un certo punto, rimanevano in qualche posto e continuavano a fare ciò che avevano imparato…
         Lui, che non era noto a nessuno, andava sempre avanti e cercava nuovi compagni, così pian piano alzava una nuova onda d’idee e di Luce…
         Una volta Egli disse:
         “Io faccio pulizia della Terra. Io sto cercando di trasformare il fango in terreno fertile… E in questo terreno Io lascio semi d’Amore, di Bontà e Grande Saggezza. Dopo, con i Raggi della Luce, stimolo quei semi a spuntare…
         Si, Io ho in possesso la pietra filosofale! Io faccio salire le anime sugli scalini della comprensione, metto in moto in loro i processi della crescita della consapevolezza.
         Ma per far tornare all’umanità la saggezza della Vera Conoscenza bisognerà fare parecchie cose ancora, c’è tanto lavoro per voi e per Me.
         Con questo, ognuno deve cominciare il cambiamento da se stesso, per diventare la sorgente dell’Amore e della Luce sulla Terra!”


   *  Questa parabola è autobiografica. Qui Radek racconta del Suo apprendimento spirituale durante la Sua penultima incarnazione. Egli espresse il suo desiderio di scriverla e stamparla più di un anno fa.